Djibril Diop Mambéty o il viaggio della iena

15 febbraio 2024, 17:30 @ Cinema Lumière - Sala Mastroianni
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65), 40122 Bologna

presentazione del libro + film | BHMBO 2024

Proprio come il mio eroe in Touki Bouki, che ha rifiutato, mentre la nave era là, di andare in Europa, anch'io ho rifiutato il meccanismo di visione sul quale si è basato il cinema occidentale per conquistare gli intelletti del pubblico senegalese.

Tout comme mon héros, dans Touki Bouki, qui a refusé pendant que le bateau était là, d’aller en Europe, moi aussi j’ai refusé les mécanismes de perception sur lesquels le cinéma occidental s’est basé pour conquérir l’intellect du public sénégalais.

Djibril Diop Mambéty

Presentazione del libro Djibril Diop Mambéty o il viaggio della iena. La rivoluzione cinematografica di un visionario regista senegalese, L'Harmattan Italia, 2019 con le curatrici Simona Cella e Cinzia Quadrati in dialogo con Cecilia Cenciarelli, Cineteca di Bologna. 
A seguire proiezione del film Touki Bouki

Biglietto unico 5€

In collaborazione con Biblioteca Amilcar Cabral - Cineteca di Bologna. Nell’ambito di Black History Month Bologna.

IL LIBRO Per Mambéty o il viaggio della iena, un’opera collettiva, abbiamo coinvolto critici e docenti universitari italiani e non, per offrire una gamma di sguardi e di analisi di ampio raggio. I testi raccolti evidenziano i temi cardine dell’opera del regista (la sperimentazione stilistica, il tema dell’esilio e del ritorno, il racconto di Dakar, la dialettica tradizione/modernità e Africa/Occidente, la denuncia del potere corruttore del denaro) e individuano parallelismi e riferimenti a Godard, il Terzo Cinema, Fanon, il western, la teoria del panottico di Foucault. Lo sguardo critico su Mambéty è in continua evoluzione e, negli ultimi anni, sono emerse nuove teorie interpretative che hanno individuato nella sua opera elementi riconducibili all’Afrofuturismo, alla cultura transgender e all’immaginario cinematografico e non, legato al mondo dei cyborg e degli zombie. Oltre ad un approccio analitico, ci sembrava importante restituire il regista anche nella sua dimensione personale, dando voce a ricordi e testimonianze di chi ha lavorato con lui o da lui è stato influenzato. Silvia Voser, produttrice di Le franc e La petite vendeuse de soleil ci ha fornito un collage di foto, parole e disegni, che contengono preziosi indizi su come Djibril costruiva la sua poetica. Il cinema di Mambéty ha influenzato registi quali Moussa Sene Absa, Mansour Sora Wade, Joseph Gai Ramaka, Abderrahmane Sissako, Mahamat-Saleh Haroun e rivive anche nell’opera di Alain Gomis, Mati Diop, che ha fatto rinascere l’eroe di Touki Bouki nel documentario Milles Soleils e del giovane Hajooj Kuka, che nel suo primo lungometraggio AKasha, presentato nella Settimana della Critica a Venezia, sembra voglia omaggiare la spregiudicatezza e la grinta un po’ androgina di Anta. L’eredità di Djibril Diop Mambéty è immensa. Noi ne abbiamo raccolto e messo insieme dei frammenti, sperando che possa essere un modo per ricordarci che il cinema può e deve essere reinventato ogni giorno.

Il libro Djibril Diop Mambéty o il viaggio della iena è disponibile al prestito in biblioteca.


Simona Cella, laureata in Storia del Cinema presso l’Università degli Studi di Parma, con una tesi su Djibril Diop Mambéty, dopo una lunga esperienza come responsabile sviluppo progetti presso la società di produzione cinematografica Lumière & Co., si è specializzata nello sviluppo e nella gestione di progetti culturali legati all’Africa. Dal 2008 al 2015 ha programmato le attività del Festival Center del Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina di Milano. Ha maturato una lunga esperienza come docente e attualmente insegna presso un centro di formazione professionale. È autrice di soggetti e sceneggiature di documentari e lungometraggi. Fa parte della redazione della rivista Africa & Mediterraneo e ha una rubrica fissa (Cinema) sul bimestrale Africa.

Cinzia Quadrati, laureata in Storia del Cinema presso l’Università degli Studi di Pavia, con una tesi su Djibril Diop Mambéty, ha cominciato a lavorare al Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina di Milano prima nella segreteria organizzativa, poi, nel comitato di selezione per i cortometraggi. In parallelo si è sempre interessata di migrazione, insegnando la lingua italiana a stranieri e occupandosi di servizi per immigrati in differenti associazioni. Ha scritto articoli di cinema per la rivista Popoli e ha partecipato alla traduzione del volume Sembène Ousmane, a cura di Thierno I. Dia.