cinque incontri, cinque autor*, cinque opere
Da aprile a giugno, cinque incontri attorno a cinque opere di cinque autor* della letteratura (e/nel/del) mondo.
Programma:
- 20 giugno h 18
Samanta Schweblin, Distanza di sicurezza, traduzione di Roberta Bovaia (2020, Sur)
Con Edoardo Balletta - LILEC, Unibo e Lorenza Carchidio - studentessa UNIBO
Una giovane donna di nome Amanda giace in un letto d'ospedale. Un bambino, David, le siede accanto. Lei non è sua madre; lui non è suo figlio. Nel travolgente dialogo tra i due si dipana una storia di anime spezzate, sullo sfondo di una campagna oscura invasa da liquami tossici: la realtà che si fa sogno, o forse incubo. Perché la donna è in fin di vita? E dov'è la piccola Nina, figlia di Amanda? Quella che era iniziata come una tranquilla vacanza estiva, in mezzo alla natura e lontano dalla città, si trasforma per la protagonista in un susseguirsi di eventi dai contorni soprannaturali, eppure così d'impatto che per Amanda è impossibile ignorarli: l'incontro con la vicina Carla, la malattia di David, il bisogno a tratti irrazionale di non perdere mai di vista la figlia Nina, i campi di soia che sembrano avere vita propria.
- giovedì 13 giugno h 18 | ANNULLATO
Hassan Blasim, Allah 99, traduzione dall'arabo di Barbara Teresi (2023, Utopia Editore)
Coordina: Maria Chiara Gnocchi - LILEC, Unibo
Hassan, scrittore iracheno rifugiatosi in Finlandia, è un uomo dissoluto e cinico che ha consacrato la vita all’alcol e al sesso occasionale. Il nome del suo blog è un chiaro riferimento al numero degli appellativi, novantanove, che il libro sacro dell’islam attribuisce alla divinità. Nel blog Hassan sta raccogliendo novantanove interviste a persone segnate dalla violenza del terrorismo, dalla guerra civile e dall’emigrazione clandestina. Dalla giovane dottoressa irachena che, dopo aver assistito all’uccisione del marito per mano dei terroristi dell’ISIS, abbandona il lavoro in ospedale e si trasferisce a Berlino per dedicarsi alla musica techno, al panettiere di Baghdad che si mette a realizzare maschere in silicone per le vittime di attentati terroristici, riproducendo i lineamenti dei visi deturpati dalle esplosioni, fino al giovane afghano che vive in Svezia e diventa un fanatico del jihad. Storie di migrazione clandestina, di razzismo, di attentati, di sesso, vita notturna e sbornie nei bar di Helsinki, di ordinaria vita irachena durante gli anni dell’embargo economico e dopo la caduta di Saddam Hussein. Alle interviste del blog si intreccia la corrispondenza epistolare che un’enigmatica traduttrice, impegnata nella cura delle opere di Cioran, intrattiene con Hassan. Le lettere veicolano profonde riflessioni di natura filosofica sulla vita e la morte, l’arte, la letteratura e un Iraq devastato dal fanatismo e dalle lotte intestine.
INCONTRI PASSATI
- mercoledì 10 aprile h 18
Pedro Lemebel, Folle affanno (2022, Edicola Ediciones).
Coordina: Edoardo Balletta - LILEC, Unibo
Parteciperanno: Martina Biagi, Flahert Joel Dhima, Giovanni Redigolo student* del seminario di World Literature, Mauro Meneghelli - Cassero/Gender Bender, Paolo Primavera - Edicola Ediciones, Gabriele Spadacci - medico di medicina generale.
Folle affanno è una raccolta di trentaquattro cronache urbane e un poema-manifesto per un folgorante inno alla libertà di pensiero, azione e amore. Tra gli anni Settanta e Ottanta una doppia piaga si abbatte sul Cile: la dittatura militare di Pinochet e la diffusione dell'epidemia di AIDS. Pedro Lemebel si fa portavoce della comunità omosessuale e transessuale, in quegli anni decimata dal virus, raccontando un mondo folle e disperato, ironico e solidale anche di fronte alla tragedia. Con una prosa graffiante e variopinta, lo scrittore e artista cileno rende omaggio alle locas, regine proletarie della strada e della disco, che tra piume e tacchi a spillo diventano il simbolo di ogni forma di marginalità e resistenza.
- mercoledì 17 aprile h 18
Gloria Anzaldúa Terra di confine/La Frontera. La nueva mestiza (2022, Black Coffee Edizioni)
Coordina: Elena Lamberti - LILEC, Unibo
Parteciperanno: Aurora Ronsisvalle, Noemi Rubini, Aleksandra Seregina, student* del seminario di World Literature, Paula Satta Di Bernardi - LILEC, Unibo, Luca Salvi - Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere, Univr, Antonio Corradi - Disci, Unibo.
Texana, docente di Chicano Studies, Feminist Studies e scrittura creativa, e attivista del movimento per i diritti dei lavoratori agricoli migranti, Gloria Anzaldúa ha dato grande impulso alla letteratura e alla coscienza chicana, ponendo al centro del dibattito politico ed estetico la questione della frontiera e le sue implicazioni culturali. In Terre di confine. La Frontera si mescolano diversi stili di scrittura, storia e mito, spagnolo e inglese, esperienze personali e poesia. È così che Anzaldúa sceglie di introdurci in uno spazio fronterizo, un luogo di passaggio, contraddizioni e conflitti. Un luogo che è altro da tutto ed è altro ancora. Questo luogo geografico è la frontiera tra Messico e Stati Uniti.
- giovedì 30 maggio h 18
NoViolet Bulawayo, Gloria, traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini (2023, La nave di Teseo)
Coordina: Silvia Albertazzi.
Partecipano Franco Foschi, medico e membro di ScriptaBo e Sofia Ciavarella, studentessa Unibo.
Tanto tempo fa a Jidada, un paese non troppo lontano, viveva tranquillo e piuttosto soddisfatto un popolo composto da animali. Quando, però, come nel resto dell Africa, i colonizzatori europei imposero un regime duro e sanguinario, gli abitanti di Jidada intrapresero una lunga lotta di liberazione. La speranza della libertà giunse sotto forma di un carismatico cavallo che, ottenuta l indipendenza dagli stranieri, divenne il leader dello stato. E tale è rimasto per quarant anni finché, mentre beveva il tè, Vecchio Cavallo, così era chiamato, viene spodestato da un colpo di stato che promette libertà e giustizia sociale. Ma, il nuovo governo si dimostra ben presto molto simile al precedente, tradendo le aspettative di diritti civili e democrazia. Gli animali di Jidada, animati dalla delusione e dalla rabbia, dovranno così affrontare il terrore del regime e lottare per la loro libertà. Ispirato alla caduta di Robert Mugabe, presidente per quasi quattro decenni dello Zimbabwe e deposto da un colpo di stato, Gloria è un romanzo in cui l’ironia e la satira si mescolano con una lucida visione della politica, delle debolezze e delle passioni umane.
A cura del Centro Studi sulle letterature Extra-Europee- Unibo in collaborazione con Biblioteca Amilcar Cabral nell’ambito del Patto per la lettura di Bologna.
Nell’ambito de Il maggio dei libri
Tutti i libri sono disponibili al prestito alla Biblioteca Amilcar Cabral e nelle altre biblioteche di Bologna.
Durante gli incontri sarà presente un punto vendita libri a cura di Confraternita dell’uva - libreria indipendente
Ingresso libero